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Data pubblicazione:
16.09.2025
Rapporto sistema Infor.MO Inail-Regioni 2025: analisi e approfondimento del fenomeno infortunistico
Il rapporto presenta le azioni del sistema di sorveglianza nazionale e le analisi per il monitoraggio dei rischi lavorativi, con focus dedicati a settori critici e approfondimenti regionali - ROMA - Il sistema Infor.MO, frutto della collaborazione tra Inail, Regioni e Asl, rappresenta una delle principali fonti nazionali per l’analisi degli infortuni mortali e gravi sul lavoro. Il rapporto 2025, sviluppato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail (Dimeila) nell’ambito della rete collaborativa Inail-Regioni-Asl, illustra le strategie di sorveglianza adottate, l’evoluzione della banca dati con oltre 11mila casi analizzati, le dinamiche infortunistiche più frequenti e gli strumenti sviluppati per migliorare la prevenzione nei luoghi di lavoro.
Un sistema di sorveglianza consolidato da oltre vent’anni. Infor.MO nasce nel 2002 con l’obiettivo di raccogliere e analizzare i dati relativi agli infortuni più gravi sul lavoro, al fine di individuare i fattori di rischio e orientare interventi preventivi efficaci. Il sistema è frutto di una rete istituzionale tra Inail, Regioni e Asl, supportata da progetti del Ministero della Salute. Utilizzando un modello di analisi multifattoriale e sfruttando le informazioni derivanti dalle indagini infortunistiche effettuate dalle Asl si ricostruiscono le dinamiche degli eventi e si identificano le cause. Il sistema, rientrante tra le fonti del Sinp (Sistema informativo nazionale per la prevenzione), è oggi un riferimento importante per la prevenzione nazionale, grazie anche alla continua formazione degli operatori e all’uso crescente delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale.
Analisi dei dati e caratteristiche degli infortuni. Ad oggi, la banca dati di Infor.MO, alimentata dalle informazioni provenienti dai Servizi di prevenzione delle Asl e curata da Inail Dimeila, contiene oltre 11mila infortuni (di cui circa settemila mortali) verificatisi dal 2002, associati a quasi 21mila fattori causali. Il rapporto 2025 si concentra sul decennio 2013-2022, escludendo i dati del 2023 e 2024 in via di definizione. Le analisi distinguono gli infortuni mortali da quelli gravi, esaminando le caratteristiche delle vittime, le modalità di accadimento, i contesti lavorativi coinvolti e le cause. Particolare attenzione è rivolta ai settori ad alto rischio come l’agricoltura e l’edilizia, oltre a comparti emergenti come la gestione dei rifiuti e la lavorazione del legno. I dati evidenziano l’importanza della conoscenza dei fattori di rischio che, unita a strategie mirate e condivise, permette azioni di prevenzione volte alla riduzione del fenomeno.
Strumenti innovativi e formazione continua. Il modello Infor.MO non è importante solo per la raccolta dati e lo sviluppo di conoscenze, ma è anche un contributo metodologico per lo sviluppo di strumenti operativi per imprese e istituzioni. Tra questi, la piattaforma Condivido per la gestione dei near miss (mancati infortuni) e il sistema Pre.Vi.S per il monitoraggio dei fattori di rischio rilevati durante le attività di vigilanza Asl. Entrambe le piattaforme consentono un’analisi preventiva dei pericoli, migliorando la capacità di intervento. La formazione rivolta agli operatori Asl è un elemento chiave per garantire la qualità e l’omogeneità dei dati, ma anche per promuovere la cultura della sicurezza tra le aziende, attraverso corsi, schede tecniche, report e una newsletter dedicata, attiva dal 2023. Inoltre, attraverso l’esame delle sentenze della IV sezione della Corte di Cassazione su infortuni sul lavoro, si apre anche una nuova prospettiva di analisi per identificare le criticità organizzative nei contesti aziendali. La sinergia tra sistemi post-evento (Infor.MO) e pre-evento (Pre.Vi.S) contribuisce a delineare una strategia integrata per la prevenzione, rafforzando la capacità di previsione e intervento a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Approfondimenti regionali. L’ultima parte del rapporto valorizza l’esperienza delle Regioni, che hanno sviluppato studi su rischi e dinamiche infortunistiche di interesse locale. I contributi prendono in esame ambiti lavorativi e cluster di infortuni o rischi specifici di diverso tipo, trattando i dati con modalità differenti. Questa eterogeneità rappresenta un valore aggiunto offrendo una visione dettagliata e specifica delle criticità territoriali e settoriali.
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