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STUDIO MALFATTI INFORMA


Data pubblicazione:
22.09.2025


L’importanza della prevenzione per le punture di api e vespe

I cambiamenti climatici aumentano i rischi dell’esposizione per i lavoratori outdoor. Una recente pubblicazione della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza dell’Inail fa il punto sul fenomeno - ROMA - Le punture di imenotteri – come api e vespe – rappresentano un rischio crescente per numerose professioni che operano all’aperto. L’arrivo di specie esotiche aggressive, la sottovalutazione del pericolo e la mancata prevenzione possono portare a conseguenze gravi. Una recente pubblicazione della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza dell’Inail fa il punto sul fenomeno.

Numeri in crescita per clima e nuove specie. L’aumento delle temperature e i cambiamenti climatici stanno favorendo la diffusione in Italia di specie esogene di imenotteri, come la Vespa orientalis e la Vespa velutina, più aggressive e pericolose per l’uomo e per l’apicoltura. Il loro comportamento, la capacità di pungere ripetutamente e l’elevata prolificità le rendono un rischio concreto per chi lavora in ambienti rurali o urbani all’aperto. Il veleno degli imenotteri può causare reazioni locali, sistemiche o anafilattiche. La risposta del corpo varia in base a fattori come la quantità di veleno inoculata, il numero di punture, la sensibilizzazione del soggetto e l’età o la presenza di patologie pregresse.

Il rischio professionale: chi è più esposto. Secondo i dati raccolti dall’Inail, tra il 2006 e il 2022 sono stati registrati 36 casi mortali correlati a punture da imenotteri durante l’attività lavorativa, oltre a numerosi casi con postumi invalidanti. I casi mortali sono conseguenti a shock anafilattico, spesso insorto a pochi minuti dalla puntura. Le categorie professionali più a rischio includono apicoltori, agricoltori, muratori, operatori ecologici, giardinieri, vigili del fuoco e lavoratori del settore alimentare. Tutte attività che si svolgono in ambienti esterni o in contatto con alimenti che attraggono gli insetti. Si registra anche una casistica di eventi infortunistici indirettamente legati al fenomeno, con conseguenze non fatali dovute, per esempio, a cadute da mezzi agricoli causate da reazioni improvvise alle punture.

La prevenzione passa dalla valutazione del rischio. Le punture da imenotteri non sono espressamente riconosciute come rischio biologico nel d.lgs. 81/2008 al Titolo X, ma l’articolo 28 impone al datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza. L’Inail raccomanda di considerare il fenomeno nelle valutazioni del rischio per le attività outdoor. Misure preventive efficaci includono formazione dei lavoratori, dotazione di dispositivi di protezione individuale, disponibilità di farmaci di emergenza per reazioni allergiche, sorveglianza sanitaria per individuare soggetti allergici e predisposizione di procedure di pronto intervento. Inoltre, è consigliato evitare attività a rischio in solitaria e utilizzare sistemi di allerta in caso di emergenza.

Un fenomeno ancora sottostimato. I dati suggeriscono che i casi di reazioni gravi da puntura di imenotteri sono probabilmente sottostimati, anche a causa della scarsa percezione del rischio da parte dei lavoratori o della mancata correlazione con l’attività lavorativa. La rapidità dell’insorgenza dei sintomi nei casi di shock anafilattico rende invece fondamentale la prontezza dell’intervento. Alcune misure di prevenzione, se adottate, sono riconosciute dall’Inail come migliorative ai fini della riduzione del tasso medio per la prevenzione dei rischi (OT23), il che rappresenta una strategia premiante per le aziende che investono in sicurezza.

FONTE: https://www.inail.it/portale/it/inail-comunica/news/notizia.2025.09.l-importanza-della-prevenzione-per-le-punture-di-api-e-vespe.html


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